La Storia
LA PASSIONE PER LA BICI A VICARELLO : una storia lunga quasi 100 anni!! di ENRICO SIMONELLI
Quella che segue non è la cronaca di un articolo di giornale ma un piccolo-grande affresco scritto da Chi, almeno in parte, quella cronaca l´ha vissuta in prima persona.
Una storia dedicata a tutti gli appassionati vecchi e nuovi delle due ruote.
Prima di tutto chiedo scusa a coloro che ho, non volontariamente, dimenticato, poi per gli sbagli, perché ne troverete e infine per gli errori...correggeteli
Atleti di Vicarello che gareggiano per Vicarello e altre squadre:
Ivana Del Bravo
Angiolo Gabrielli Professionista individuale
Ugo Virgili Dilettanti
Galeno Virgili Dilettanti
Vittorio Fagiolini Dilettanti
Guido Carlesi Professionista CRAL Vicarello
Roberto Falaschi Professionista
Fulvio Pampana CRAL Alfa Cure G.Saba
Ivano Gaggini CRAL Vicarello
Piero Nista CRAL Vicarello
Mirano Ascani CRAL Alfa Cure
Giancarlo Bacci Brondi Campione Toscano Allievi
Mauro Barsacchi U.S. Vicarello
Enrico Simonelli U.S. Vicarello
Stefano Mazzoni Alari Marmi
Nicola Gaggini Natali
Non atleti ma personaggi legati alla passione ciclistica:
Spartaco Poli massaggiatore di squadre professioniste
Quintilio Falaschi Primo cicloamatore
Atleti che gareggiano per Vicarello e altre squadre ma tutti viventi nel territorio comunale:
Raffaele Di Paco Professionista
Mambrini Dilettanti
Modiano Freschi CRAL Vicarello
Rolando Picchiotti Monsummanese-Gazzola
Mario Berretta Monsummanese-Stanic-Doretti
Pier Luigi Benvenuti Stanic-U.S. Vicarello
Sergio Cartei U.S. Vicarello
Franco Ferretti Stanic
Franco Fanoli Stanic
Franco Rossi U.S. Vicarello Doretti
Franco Giovannetti U.S. Vicarello
Antonio Salutini Professionista Doretti
Bruno Pratesi U.S. Vicarello
Dino Ciampi U.S. Vicarello
Edo Giovannini U.S. Vicarello
Robero Grossi U.S. Vicarello
Graziano Niccolai U.S. Vicarello
Luciano Genovesi U.S. Vicarello
Giovanni Papa
Nevoni
Bruce Biddle Professionista
L´Unione Sportiva Vicarello fu fondata il 1° novembre 1919.
Siamo nell´immediato primo dopoguerra. Ebbene, in un mondo in cui, per le donne, fare "ciclismo" - o anche il solo praticare la "bici"- era un tabù, quasi uno scandalo, noi, a Vicarello, avevamo già un´atleta che si faceva onore in questo sport: Ivana Del Bravo. Lei ed altre due appassionate - una delle quali era Alfonsina Strada (fortissima, tanto che a volte veniva ammessa a gare maschili)- gareggiavano sulla pista, interamente in legno che allora esisteva a Vicarello, posizionata proprio dove adesso c´è lo svincolo per la FiPiLi.
Questo per dirla lunga sulla passione che i Vicarellesi hanno sempre avuto per il ciclismo.
In questa pista ottennero prestigiosi risultati Ugo e Galeno Virgili, campioni toscani di mezzofondo in epoche successive. Altro esempio di quegli anni , Angiolo Gabrielli; un atleta fortissimo, 3° classificato al giro d´Italia del 1924; un piazzamento di altissimo valore perché ottenuto come "indipendente", cioè senza l´apporto di una squadra, ottenuto praticando un ciclismo oggi definito "romantico" e, non a caso, "eroico" , dove l´avversario più temibile era la strada rigorosamente sterrata e piena di buche, a volte piene di fango per la pioggia e nella quale forare solo una volta era considerata una fortuna. Per coprire tappe anche di 400 Km, oltre a sole, polvere e sudore, si aveva a disposizione una bicicletta con una sola moltiplica e due soli rapporti ai lati della ruota posteriore: uno per la pianura e l´altro per la salita. Quando l´atleta doveva "cambiare", finita la pianura, in presenza di una salita, scendeva, girava la ruota e via fino in cima.
Se si doveva scalare lo Stelvio od il Galibier, la cima era quella di oggi, la strada e la bicicletta no!
Chiunque abbia praticato questo magnifico sport in qualsiasi modo, anche solo amatoriale, può farsi un´idea di quanta fatica si doveva sopportare in quelle condizioni ...quando si parla di ciclismo eroico o romantico forse non si dice abbastanza.
Negli anni immediatamente successivi a Vicarello abbiamo avuto Fagiolini Vittorio, un atleta "nato" per la bici: alto, snello e forte. Qualcosa era già migliorato, almeno come mezzo meccanico, ma la vita del ciclista era ancora difficile e per Vittorio lo era ancor di più. Aveva un padre burbero poco incline a incoraggiare la passione e le doti che suo figlio manifestava per questa disciplina sportiva. Vittorio era quindi costretto a praticarla di nascosto o quasi. Nonostante i contrasti familiari sull´argomento riuscì ad aggiudicarsi vittorie prestigiose in campo dilettantistico tanto più prestigiose se si pensa che sono avvenute confrontandosi con calibri come Bartali e Bini che al tempo erano, in Toscana, i più forti. I legami di amicizia anche tra avversari che venivano a stringersi erano così forti che molti anni dopo Bartali , siamo negli anni 60, dovendo andare a Castelnuovo per una sponsorizzazione si fermò a Vicarello per salutare Fagiolini e fu accolto nella sede dell´US dove il suo presidente, Giulio Ciangherotti - "uno per tutti"-, colse l´occasione per immortalare con alcune foto l´evento. Bartali dopo le sue battaglie nel professionismo a livello mondiale si ricordava ancora le dispute dilettantistiche, e soprattutto che " .. Vittorio era nato per correre.." detto da lui non è poco!
Arriviamo così verso gli anni ´40 - inizio ´50: Vicarello nonostante l´"eredità" che ci lasciò la guerra, non perse la sua passione e, anzi, fu creato un nuovo gruppo: il CRAL Vicarello attraverso il quale passarono diversi giovani che fecero poi molto parlare di sé: uno fra tutti Falaschi Roberto che in seguito fu professionista e credo abbia partecipato a 12 Tour de France, gregario di grande levatura, uomo di fiducia di tanti capitani come Baldini, Carlesi, Modiano Freschi ottimo stradista vincitore di molte gare dilettantistiche e ancora Nista Piero, Gaggini Ivano e Pampana Fulvio quest´ultimo plurivittorioso anche su strada ma soprattutto in pista dove dominò per anni nella nostra regione con 6/7 titoli di Campione Toscano. L´apice lo raggiunse con il 3° posto nel Campionato Italiano - alle spalle di Ogna e Maspes e nella convocazione per i Campionati Mondiali del giugno 1955 insieme ai migliori pistards dell´epoca e sotto la sapiente dirigenza di Guido Costa, il più grande "Commissario Tecnico" che l´Italia abbia mai!
Alla fine degli anni ´50 un atleta vicarellese vestì la maglia dell´ALFACURE di Firenze: Mirano Ascari che vinse un Campionato Toscano su pista.
Siamo così negli anni ´60, esplode l´attività della Unione Sportiva Vicarello nelle categorie esordienti, allievi e dilettanti. Un esempio: Rolando Picchiotti il quale era in attività da anni con la Monsummanese Biagiotti poi passato professionista con la Gazzola, combattente come pochi. Purtroppo successivamente guai familiari lo portarono a lasciare lo sport. L´ U.S. Vicarello nei primi anni 60 aveva in organico non meno di 20 atleti. I successi e i piazzamenti erano davvero tanti, il ciclismo gode di una enorme popolarità, gli sportivi, gli appassionati, sono in fermento, tutti vogliono contribuire. Pensate...i soci iscritti sono arrivati fino a 300,tutte persone che, pur non navigando "nell´oro" pagavano "puntualmente" la loro quota mensile e senza che qualcuno glielo dovesse chiedere; era come un gesto d´onore presentarsi alla sede, pagare la quota, fare due chiacchiere, non mancava mai la propria valutazione rispetto a questa o quella cosa e poi alla domenica pomeriggio era un viavai nella sede, perché dalle gare arrivavano sempre delle "staffette" in modo da poter attaccare al vetro della porta l´ordine di uno o più arrivi indicando chi aveva vinto chi si era piazzato e come, ma.... si scriveva anche chi si ritirava e perché (come dire..: devi rendere conto.. la società vive con il sostegno di tutti e quindi....)
Fare i nomi di tutti coloro che facevano parte delle squadre nei vari anni è quasi impossibile, ricordo per tutti alcuni plurivincitori: Rossi Franco, Giovannetti Franco, Cartei Sergio, Benvenuti Pier Luigi, Pratesi Bruno, Grassi Roberto, qualche volta anch´io...Tntissimi ce ne sono stati con una sola vittoria e quando c´era scritto "primo arrivato" l´atleta veniva sempre aspettato da un bel numero di persone pr non parlare poi di quando, come è successo anche a me, si infilava un 1°- 2°- 3°...: a quel punto era proprio festa in paese. La sede rimaneva affollata fino a tarda notte, commenti a non finire ed è successo più volte...bei tempi!! Dopo quel periodo pian piano le attività andarono spegnendosi finché cessarono. Siamo negli anni ´70 in paese cominciano a correre Mazzoni Stefano e Gaggini Nedo ma in società non paesane, eppure la passione si riaccende e la domenica si riparte per la sede delle gare, per prendere posto su una salita, ad un arrivo. Stefano senza dubbio è stato il migliore, ha vinto e ha fatto vincere, ha sempre avuto la smania del confronto, una qualità essenziale per riuscire in questo sport. Purtroppo non ha avuto al suo fianco, nel momento giusto per un salto di qualità, una squadra all´altezza. Non si va lontani solo con la passione, a Stefano occorreva un club, giusto per fare un paragone odierno, come Ganzaroli o lo Zalf, dove si potevano vedere le qualità e fino a dove potevano arrivare.
Poi nell´arco di tanti anni altri atleti si sono cimentati ma non hanno avuto successi. Un sentito ringraziamento va comunque a tutti loro perché molti partono, uno solo vince, ma fatica e si mortifica di più chi non vince. L´ultimo regalo al nostro territorio approda dalle terre dello stretto di Cook Nuova Zelanda: Bruce Biddle forte dilettante, bronzo ad una olimpiade, poi professionista ma la sorte non gli sorride, avversato da incidenti deve lasciare, oggi per fortuna l´abbiamo nella nostra risorta U.S.V.
Un ricordo infine per Spartaco Poli - Polo per i paesani - è stato ricercatissimo massaggiatore e un´infinità di campioni sono stati preparati e rilassati dal dono delle sue mani. Lui ha cominciato proprio negli anni 60 sulle nostre gambe, poi via, via l´abilità è cresciuta, tanto che aveva la possibilità di accettare un ingaggio quanto di rifiutarlo. E´ stato un brav´uomo, forse un po´ introverso: nessuno poteva avvicinarsi sicuro di essere accettato, ricordo personalmente una volta, Passuello, ciclista professionista allora atleta della Sanson con Moser, incrociando Polo che camminava con la sua bicicletta che andava verso il bar, gli chiese se poteva fargli dei massaggi per un malanno alla schiena.. Lui rispose senza alzare la testa e senza fermarsi: " Non se ne parla nemmeno". E così fu.
Un´ultima nota a proposito di ciclismo amatoriale. Anche in questo a Vicarello non è mancato un antesignano: Falaschi Quinto, detto "Venga" (il soprannome è d´obbligo e, per i paesani dell´epoca era equivalente al codice fiscale di oggi) il quale, già nella fine degli anni ´50 - inizio 60, abbigliato di tutto punto, scarpette nere, lucidissime, in completo bianco/celeste e bicicletta rigorosamente Bianchi Campagnolo, ogni domenica, alle 14,30 pedale al marciapiede, davanti al bar centrale era pronto a partire per la sua sgambata domenicale. All´epoca un personaggio così quanto meno si diceva "fuori dal comune" ed era oggetto di critica, forse fino alla derisione ma.... era troppo avanti lui o era indietro chi lo sfotteva? Domanda inutile visto che oggi il ciclismo amatoriale è diventato un hobby diffusissimo.
Una storia dedicata a tutti gli appassionati vecchi e nuovi delle due ruote.
Prima di tutto chiedo scusa a coloro che ho, non volontariamente, dimenticato, poi per gli sbagli, perché ne troverete e infine per gli errori...correggeteli
Atleti di Vicarello che gareggiano per Vicarello e altre squadre:
Ivana Del Bravo
Angiolo Gabrielli Professionista individuale
Ugo Virgili Dilettanti
Galeno Virgili Dilettanti
Vittorio Fagiolini Dilettanti
Guido Carlesi Professionista CRAL Vicarello
Roberto Falaschi Professionista
Fulvio Pampana CRAL Alfa Cure G.Saba
Ivano Gaggini CRAL Vicarello
Piero Nista CRAL Vicarello
Mirano Ascani CRAL Alfa Cure
Giancarlo Bacci Brondi Campione Toscano Allievi
Mauro Barsacchi U.S. Vicarello
Enrico Simonelli U.S. Vicarello
Stefano Mazzoni Alari Marmi
Nicola Gaggini Natali
Non atleti ma personaggi legati alla passione ciclistica:
Spartaco Poli massaggiatore di squadre professioniste
Quintilio Falaschi Primo cicloamatore
Atleti che gareggiano per Vicarello e altre squadre ma tutti viventi nel territorio comunale:
Raffaele Di Paco Professionista
Mambrini Dilettanti
Modiano Freschi CRAL Vicarello
Rolando Picchiotti Monsummanese-Gazzola
Mario Berretta Monsummanese-Stanic-Doretti
Pier Luigi Benvenuti Stanic-U.S. Vicarello
Sergio Cartei U.S. Vicarello
Franco Ferretti Stanic
Franco Fanoli Stanic
Franco Rossi U.S. Vicarello Doretti
Franco Giovannetti U.S. Vicarello
Antonio Salutini Professionista Doretti
Bruno Pratesi U.S. Vicarello
Dino Ciampi U.S. Vicarello
Edo Giovannini U.S. Vicarello
Robero Grossi U.S. Vicarello
Graziano Niccolai U.S. Vicarello
Luciano Genovesi U.S. Vicarello
Giovanni Papa
Nevoni
Bruce Biddle Professionista
L´Unione Sportiva Vicarello fu fondata il 1° novembre 1919.
Siamo nell´immediato primo dopoguerra. Ebbene, in un mondo in cui, per le donne, fare "ciclismo" - o anche il solo praticare la "bici"- era un tabù, quasi uno scandalo, noi, a Vicarello, avevamo già un´atleta che si faceva onore in questo sport: Ivana Del Bravo. Lei ed altre due appassionate - una delle quali era Alfonsina Strada (fortissima, tanto che a volte veniva ammessa a gare maschili)- gareggiavano sulla pista, interamente in legno che allora esisteva a Vicarello, posizionata proprio dove adesso c´è lo svincolo per la FiPiLi.
Questo per dirla lunga sulla passione che i Vicarellesi hanno sempre avuto per il ciclismo.
In questa pista ottennero prestigiosi risultati Ugo e Galeno Virgili, campioni toscani di mezzofondo in epoche successive. Altro esempio di quegli anni , Angiolo Gabrielli; un atleta fortissimo, 3° classificato al giro d´Italia del 1924; un piazzamento di altissimo valore perché ottenuto come "indipendente", cioè senza l´apporto di una squadra, ottenuto praticando un ciclismo oggi definito "romantico" e, non a caso, "eroico" , dove l´avversario più temibile era la strada rigorosamente sterrata e piena di buche, a volte piene di fango per la pioggia e nella quale forare solo una volta era considerata una fortuna. Per coprire tappe anche di 400 Km, oltre a sole, polvere e sudore, si aveva a disposizione una bicicletta con una sola moltiplica e due soli rapporti ai lati della ruota posteriore: uno per la pianura e l´altro per la salita. Quando l´atleta doveva "cambiare", finita la pianura, in presenza di una salita, scendeva, girava la ruota e via fino in cima.
Se si doveva scalare lo Stelvio od il Galibier, la cima era quella di oggi, la strada e la bicicletta no!
Chiunque abbia praticato questo magnifico sport in qualsiasi modo, anche solo amatoriale, può farsi un´idea di quanta fatica si doveva sopportare in quelle condizioni ...quando si parla di ciclismo eroico o romantico forse non si dice abbastanza.
Negli anni immediatamente successivi a Vicarello abbiamo avuto Fagiolini Vittorio, un atleta "nato" per la bici: alto, snello e forte. Qualcosa era già migliorato, almeno come mezzo meccanico, ma la vita del ciclista era ancora difficile e per Vittorio lo era ancor di più. Aveva un padre burbero poco incline a incoraggiare la passione e le doti che suo figlio manifestava per questa disciplina sportiva. Vittorio era quindi costretto a praticarla di nascosto o quasi. Nonostante i contrasti familiari sull´argomento riuscì ad aggiudicarsi vittorie prestigiose in campo dilettantistico tanto più prestigiose se si pensa che sono avvenute confrontandosi con calibri come Bartali e Bini che al tempo erano, in Toscana, i più forti. I legami di amicizia anche tra avversari che venivano a stringersi erano così forti che molti anni dopo Bartali , siamo negli anni 60, dovendo andare a Castelnuovo per una sponsorizzazione si fermò a Vicarello per salutare Fagiolini e fu accolto nella sede dell´US dove il suo presidente, Giulio Ciangherotti - "uno per tutti"-, colse l´occasione per immortalare con alcune foto l´evento. Bartali dopo le sue battaglie nel professionismo a livello mondiale si ricordava ancora le dispute dilettantistiche, e soprattutto che " .. Vittorio era nato per correre.." detto da lui non è poco!
Arriviamo così verso gli anni ´40 - inizio ´50: Vicarello nonostante l´"eredità" che ci lasciò la guerra, non perse la sua passione e, anzi, fu creato un nuovo gruppo: il CRAL Vicarello attraverso il quale passarono diversi giovani che fecero poi molto parlare di sé: uno fra tutti Falaschi Roberto che in seguito fu professionista e credo abbia partecipato a 12 Tour de France, gregario di grande levatura, uomo di fiducia di tanti capitani come Baldini, Carlesi, Modiano Freschi ottimo stradista vincitore di molte gare dilettantistiche e ancora Nista Piero, Gaggini Ivano e Pampana Fulvio quest´ultimo plurivittorioso anche su strada ma soprattutto in pista dove dominò per anni nella nostra regione con 6/7 titoli di Campione Toscano. L´apice lo raggiunse con il 3° posto nel Campionato Italiano - alle spalle di Ogna e Maspes e nella convocazione per i Campionati Mondiali del giugno 1955 insieme ai migliori pistards dell´epoca e sotto la sapiente dirigenza di Guido Costa, il più grande "Commissario Tecnico" che l´Italia abbia mai!
Alla fine degli anni ´50 un atleta vicarellese vestì la maglia dell´ALFACURE di Firenze: Mirano Ascari che vinse un Campionato Toscano su pista.
Siamo così negli anni ´60, esplode l´attività della Unione Sportiva Vicarello nelle categorie esordienti, allievi e dilettanti. Un esempio: Rolando Picchiotti il quale era in attività da anni con la Monsummanese Biagiotti poi passato professionista con la Gazzola, combattente come pochi. Purtroppo successivamente guai familiari lo portarono a lasciare lo sport. L´ U.S. Vicarello nei primi anni 60 aveva in organico non meno di 20 atleti. I successi e i piazzamenti erano davvero tanti, il ciclismo gode di una enorme popolarità, gli sportivi, gli appassionati, sono in fermento, tutti vogliono contribuire. Pensate...i soci iscritti sono arrivati fino a 300,tutte persone che, pur non navigando "nell´oro" pagavano "puntualmente" la loro quota mensile e senza che qualcuno glielo dovesse chiedere; era come un gesto d´onore presentarsi alla sede, pagare la quota, fare due chiacchiere, non mancava mai la propria valutazione rispetto a questa o quella cosa e poi alla domenica pomeriggio era un viavai nella sede, perché dalle gare arrivavano sempre delle "staffette" in modo da poter attaccare al vetro della porta l´ordine di uno o più arrivi indicando chi aveva vinto chi si era piazzato e come, ma.... si scriveva anche chi si ritirava e perché (come dire..: devi rendere conto.. la società vive con il sostegno di tutti e quindi....)
Fare i nomi di tutti coloro che facevano parte delle squadre nei vari anni è quasi impossibile, ricordo per tutti alcuni plurivincitori: Rossi Franco, Giovannetti Franco, Cartei Sergio, Benvenuti Pier Luigi, Pratesi Bruno, Grassi Roberto, qualche volta anch´io...Tntissimi ce ne sono stati con una sola vittoria e quando c´era scritto "primo arrivato" l´atleta veniva sempre aspettato da un bel numero di persone pr non parlare poi di quando, come è successo anche a me, si infilava un 1°- 2°- 3°...: a quel punto era proprio festa in paese. La sede rimaneva affollata fino a tarda notte, commenti a non finire ed è successo più volte...bei tempi!! Dopo quel periodo pian piano le attività andarono spegnendosi finché cessarono. Siamo negli anni ´70 in paese cominciano a correre Mazzoni Stefano e Gaggini Nedo ma in società non paesane, eppure la passione si riaccende e la domenica si riparte per la sede delle gare, per prendere posto su una salita, ad un arrivo. Stefano senza dubbio è stato il migliore, ha vinto e ha fatto vincere, ha sempre avuto la smania del confronto, una qualità essenziale per riuscire in questo sport. Purtroppo non ha avuto al suo fianco, nel momento giusto per un salto di qualità, una squadra all´altezza. Non si va lontani solo con la passione, a Stefano occorreva un club, giusto per fare un paragone odierno, come Ganzaroli o lo Zalf, dove si potevano vedere le qualità e fino a dove potevano arrivare.
Poi nell´arco di tanti anni altri atleti si sono cimentati ma non hanno avuto successi. Un sentito ringraziamento va comunque a tutti loro perché molti partono, uno solo vince, ma fatica e si mortifica di più chi non vince. L´ultimo regalo al nostro territorio approda dalle terre dello stretto di Cook Nuova Zelanda: Bruce Biddle forte dilettante, bronzo ad una olimpiade, poi professionista ma la sorte non gli sorride, avversato da incidenti deve lasciare, oggi per fortuna l´abbiamo nella nostra risorta U.S.V.
Un ricordo infine per Spartaco Poli - Polo per i paesani - è stato ricercatissimo massaggiatore e un´infinità di campioni sono stati preparati e rilassati dal dono delle sue mani. Lui ha cominciato proprio negli anni 60 sulle nostre gambe, poi via, via l´abilità è cresciuta, tanto che aveva la possibilità di accettare un ingaggio quanto di rifiutarlo. E´ stato un brav´uomo, forse un po´ introverso: nessuno poteva avvicinarsi sicuro di essere accettato, ricordo personalmente una volta, Passuello, ciclista professionista allora atleta della Sanson con Moser, incrociando Polo che camminava con la sua bicicletta che andava verso il bar, gli chiese se poteva fargli dei massaggi per un malanno alla schiena.. Lui rispose senza alzare la testa e senza fermarsi: " Non se ne parla nemmeno". E così fu.
Un´ultima nota a proposito di ciclismo amatoriale. Anche in questo a Vicarello non è mancato un antesignano: Falaschi Quinto, detto "Venga" (il soprannome è d´obbligo e, per i paesani dell´epoca era equivalente al codice fiscale di oggi) il quale, già nella fine degli anni ´50 - inizio 60, abbigliato di tutto punto, scarpette nere, lucidissime, in completo bianco/celeste e bicicletta rigorosamente Bianchi Campagnolo, ogni domenica, alle 14,30 pedale al marciapiede, davanti al bar centrale era pronto a partire per la sua sgambata domenicale. All´epoca un personaggio così quanto meno si diceva "fuori dal comune" ed era oggetto di critica, forse fino alla derisione ma.... era troppo avanti lui o era indietro chi lo sfotteva? Domanda inutile visto che oggi il ciclismo amatoriale è diventato un hobby diffusissimo.