Campagna sulla sicurezzaNON CI SIAMO, NON CI SIAMO PER NIENTE
17-02-2018 / 17-04-2018 - SALVACICLISTI
Il 14 febbraio l´Associazione delle assicurazioni (ANIA) e la Federazione Ciciclistica Italiana (FCI), in collaborazione con Ministero dei trasporti e Polizia di stato, hanno lanciato una campagna sulla sicurezza in bicicletta.
Notizia positiva direte voi.
Mica tanto.
La campagna è stata infatti ferocemente criticata sui social e anche in molti siti di amanti della bicicletta a motivo della sua unilateralità. Il messaggio che traspare dallo spot è che sono i comportamenti dei ciclisti, siano essi ciclosportivi o ciclisti di città, ad essere rischiosi.
Ora, è vero che la condotta di certi ciclisti è da criticare. D´altra parte: la madre degli imbecilli è sempre incinta! Ma che ci siano degli imbecilli fra i ciclisti non toglie che il rischio derivi quasi sempre dalla condotta incoscente di tanti automobilisti e camionisti che credono di essere i padroni della strada e non si rendono conto di essere alla guida di macchine mortali compiendo spesso manovre che si possono definire solo in un modo: criminali!
Il ciclista, come il pedone ma anche come il motociclista, è un utente debole della strada. Dovrebbe essere tutelato e una campagna seria sulla sicurezza dovrebbe partire da questo presupposto. Educare i ciclisti, certamente, ma soprattutto educare gli automobilisti e i camionisti.
Recentemente ci è capitato di leggere una statistica secondo la quale solo il 15% degli incidenti che coinvolgono i ciclisti non coinvolgono anche mezzi a motore. In se la bicicletta non è pericolosa ... pericolose sono le auto!
Un modesto consiglio alla Federazione Ciclistica Italiana: quando partecipa alle campagne sulla sicurezza prenda spunto da quanto fatto all´estero dove tali campagne sono fatte all´insegna della condivisione della strada fra pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti, come dimostrano alcuni manifesti trovati in rete che riproduciamo a marginedi questo intervento.
Leggiamo per esempio sul sito del governo del Quebec (Canada):
"Dare prova di saper vivere sulla strada è:
trattare gli altri utenti della strada con rispetto e tolleranza, siano essi dietro un volante, a piedi o in bicicletta;
fare un gesto con la mano per ringraziare chi ci ha facilitato la strada
fare un gesto di scusa quando si è fatto un errore, riducendo così la conflittualità
mantenere il sangue freddo in ogni cicrcostanza
mantenere una distanza di sicurezza con il veicolo che ci precede
lasciare sufficiente spazio ai ciclisti e ai pedoni."
Questo ci pare un approcio corretto e "multilaterale" al problema della sicurezza sulle strade.
In allegato due dure critiche alla campagna di ANIA e FCI.
Buona lettura
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