DOVE SONO COSTRUITE ( e quanto costano realmente ...) LE NOSTRE BICICLETTE?
04-07-2015 / 04-08-2015 - APPROFONDIMENTI
biciclette
Quanto spendiamo, noi appassionati di ciclismo, nelle nostre biciclette? Sicuramente non poco, anzi decisamente tanto. Un po´ per questioni di sicurezza (dovendo fare migliaia di Km ogni anno è meglio farlo su mezzi che dovrebbero garantire una certa qualità), un po´ per questioni di "prestazioni" (siamo convinti che una bicicletta più costosa faccia durare meno fatica è sia più "performante"), un po´ per questioni legate alla moda del periodo. Facciamo l´esempio del carbonio: nessuno può seriamente dire che per un cicloamatore il carbonio sia migliore, per esempio, dell´alluminio, però ormai sono ben pochi gli appassionati che non si sono convertiti a questo materiale che nel giro di pochi anni ha marginalizzato alluminio e titanio.
Sono però giustificati prezzi così alti?
Girando sul web abbiamo trovato un interessante articolo, pubblicato in un piccolo sito curato da una società ciclistica di una sperduta località francese, che è rivelatore di una realtà che molti intuiscono: i prezzi dei telai della maggiori marche di biciclette sono di molto superiori ai prezzi fatturati dai costruttori asiatici.
La tabella pubblicata nel sito conferma quanto già noto: gran parte dei telai di carbonio sono fabbricati in Asia, soprattutto in Cina e a Taiwan. Sono ben poche le case europee e americane che fabbricano i telai nei loro paesi di origine. Naturalmente questo di per se non è un male: se i cinesi e gli asiatici fabbricano meglio (... sarà vero?) ma soprattutto a costi inferiori perché non rivolgersi a loro? Il problema è un altro: i costi all´importazione. L´articolo riferisce di costi bassissimi: i telai costano dai 200 ai 400/500 dollari, vale al dire, al cambio attuale, 360/450 euro. Come è possibile che simili costi lievitino fino ai 2,3 perfino 5mila euro per un telaio? Quale ricarica viene fatta dalle marche europee che, fra l´altro, grazie alla legislazione comunitaria riescono a far passare per "made in" (Italia, Germania, Francia, Spagna, ecc.) questi telai solo perché sono verniciati, assemblati e magari dotati di adesivi accattivanti in Europa? E ancora: chi ci dice che uno stesso telaio sia venduto a 4mila euro da una marca famosa e magari a 2mila euro da una meno conosciuta, visto che spesso le stesse fabbriche cinesi lavorano per più marche europee e americane?
Qualcuno potrà obiettare che i telai possono essere più o meno sofisticati e che poiché i centri di ricerca e sviluppo rimangono in Europa e in America, anche questi sono costi da aggiungere a quelli fatturati da cinesi e asiatici. Non ci pare però che tali costi possano giustificare un ricarico da 5 fino a i 10 volte.
Insomma tante domande che spesso rimangono senza risposta. L´unica certezza è l´opacità delle marche europee e americane riguardo alla vera origine dei loro prodotti.
Buona lettura.
Sono però giustificati prezzi così alti?
Girando sul web abbiamo trovato un interessante articolo, pubblicato in un piccolo sito curato da una società ciclistica di una sperduta località francese, che è rivelatore di una realtà che molti intuiscono: i prezzi dei telai della maggiori marche di biciclette sono di molto superiori ai prezzi fatturati dai costruttori asiatici.
La tabella pubblicata nel sito conferma quanto già noto: gran parte dei telai di carbonio sono fabbricati in Asia, soprattutto in Cina e a Taiwan. Sono ben poche le case europee e americane che fabbricano i telai nei loro paesi di origine. Naturalmente questo di per se non è un male: se i cinesi e gli asiatici fabbricano meglio (... sarà vero?) ma soprattutto a costi inferiori perché non rivolgersi a loro? Il problema è un altro: i costi all´importazione. L´articolo riferisce di costi bassissimi: i telai costano dai 200 ai 400/500 dollari, vale al dire, al cambio attuale, 360/450 euro. Come è possibile che simili costi lievitino fino ai 2,3 perfino 5mila euro per un telaio? Quale ricarica viene fatta dalle marche europee che, fra l´altro, grazie alla legislazione comunitaria riescono a far passare per "made in" (Italia, Germania, Francia, Spagna, ecc.) questi telai solo perché sono verniciati, assemblati e magari dotati di adesivi accattivanti in Europa? E ancora: chi ci dice che uno stesso telaio sia venduto a 4mila euro da una marca famosa e magari a 2mila euro da una meno conosciuta, visto che spesso le stesse fabbriche cinesi lavorano per più marche europee e americane?
Qualcuno potrà obiettare che i telai possono essere più o meno sofisticati e che poiché i centri di ricerca e sviluppo rimangono in Europa e in America, anche questi sono costi da aggiungere a quelli fatturati da cinesi e asiatici. Non ci pare però che tali costi possano giustificare un ricarico da 5 fino a i 10 volte.
Insomma tante domande che spesso rimangono senza risposta. L´unica certezza è l´opacità delle marche europee e americane riguardo alla vera origine dei loro prodotti.
Buona lettura.
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