LA STORIA DIMENTICATA DELLE PIONIERE DEL CICLISMO LIVORNESE
i ciclisti livornese, in prima fila una donna, sfilano per le vie di Lucca, settembre 1903
LA STORIA DIMENTICATA DELLE PIONIERE DEL CICLISMO LIVORNESE
Quest'anno vogliamo dedicare l'ormai tradizionale approfondimento per l'otto marzo, festa della donna, alle sconosciute pioniere del ciclismo livornese. Giovani donne, come Anna Picchi, l'Annina della poesia "Scandalo" di Giorgio Caproni (poesia conosciuta anche come "La bicicletta azzurra"). Le altre eroine del ciclismo labronico invece non hanno un nome. Le cronache giornalistiche riportano però, qua e là, fra la fine dell'800 e gli inizi del 900, notizie e una preziosa fotografia che riportiamo di lato, sulla presenza femminile nel nascente e vivace movimento ciclistico cittadino. Donne coraggiose che sfidarono malelingue e improperi contribuendo ad aprire la strada alle lotte per l'emancipazione femminile.
VIVA l'OTTO MARZO!
Quest'anno vogliamo dedicare l'ormai tradizionale approfondimento per l'otto marzo, festa della donna, alle sconosciute pioniere del ciclismo livornese. Giovani donne, come Anna Picchi, l'Annina della poesia "Scandalo" di Giorgio Caproni (poesia conosciuta anche come "La bicicletta azzurra"). Le altre eroine del ciclismo labronico invece non hanno un nome. Le cronache giornalistiche riportano però, qua e là, fra la fine dell'800 e gli inizi del 900, notizie e una preziosa fotografia che riportiamo di lato, sulla presenza femminile nel nascente e vivace movimento ciclistico cittadino. Donne coraggiose che sfidarono malelingue e improperi contribuendo ad aprire la strada alle lotte per l'emancipazione femminile.
VIVA l'OTTO MARZO!