GRAVEL BIKE Solo una nuova moda o riscoperta delle strade bianche?
05-11-2016 / 21-11-2016 - APPROFONDIMENTI
Sembra che al Cosmo Bike di Verona siano state fra le biciclette più ricercate. Ma cosa sono le "gravel bike"? Gravel in inglese vuol dire ghiaia, quindi si potrebbe dire che si tratta di bici adatte alle strade bianche, non asfaltate. Si tratta di biciclette nate negli Stati Uniti dove gran parte delle strade secondarie sono sterrate e quindi molti amanti delle due ruote si sono attrezzati con mezzi robusti, comodi e capaci di affrontare strade dissestate (ma non troppo). Nel mondo anglosassone vengono definite anche "endurance bike" o "adventure bike".
L´idea è stata quella di realizzare biciclette resistenti ma relativamente leggere, capaci di buone performance anche sull´asfalto, magari dotate di attacchi dove poter mettere parafanghi e porta pacchi in modo da essere utilizzate anche dai cicloturisti in cerca di avventura.
Però il vero segreto di queste biciclette sono le gomme. Le gravel possono "ospitare" gomme da 29" fino a 44" che garantiscono una certa stabilità e sicurezza di guida anche su strade piuttosto dissestate.
Non sono bici da cross a cui è stato cambiato nome (anche se gli somigliano molto) ma biciclette che si rifanno ai modelli utilizzati negli anni del ciclismo romantico (dagli anni ´30 agli anni ´50 del secolo scorso): disegnate per affrontare lunghe distanze con interasse (cioè la distanza tra l´asse della ruota anteriore e l´asse della ruota posteriore) lungo, baricentro basso e posizione di guida rialzata, tubo di sterzo più lungo e angoli più aperti. Il passaggio dei cavi è interno, in modo da essere quanto più possibile al riparo da sporco e fango, mentre il manubrio consente una posizione più rilassata e un miglior controllo della bicicletta sui terreni non asfaltati. I freni sono generalmente a disco in modo da permettere una frenata ottimale in tutte le condizioni meteo. I pedali sono quelli delle MTB mentre i movimenti centrali sono in grado di montare quelli della MTB.
Queste biciclette, teoricamente, sono indirizzate ai granfondisti che vogliono stare per molto tempo in bicicletta e ai cicloviaggiatori. Non ci paiono molto adatte, invece, ai ciclisti urbani, se non altro per il loro prezzo veramente esagerato per chi voglia farne un uso cittadino.
L´impressione, guardando le foto dei modelli in commercio, è che si tratti di biciclette che comunque privilegiano l´aspetto sportivo quasi si indirizzassero agli stradisti che intendano fare un´uscita in bici da corsa con in più qualche sterrato o ai biker che vogliano fare una uscita in MTB con qualche tratto di asfalto in più.
Questa sensazione è confermata dal fatto che molti le consigliano come "muletto" da utilizzare nel periodo invernale al posto della "specialissima".
Nate in America, sono state alcune piccole marche statunitensi ad aver sviluppato per prime queste biciclette (Niner, All-City, Salsa) ma oggi modelli gravel sono costruiti anche da quasi tutte le grandi marche di biciclette. Hanno cominciato le americane Specialized e Trek che non si sono perse la possibilità di inserirsi in questa fetta di mercato in espansione, ma poi le hanno seguite tutte le altre: 3T, Cannondale, Bianchi, Wilier, Canyon, Lapierre, Cinelli, Scott, Ridley, Ritchey, ecc. Mentre le prime erano in acciaio, oggi vengono fabbricate anche in alluminio e carbonio (non abbiamo notizia di gravel in titanio ... strano)
Il loro prezzo varia, naturalmente, a seconda dei componenti: c´è chi le monta anche col cambio elettronico (?!?). Da una rapida consultazione dei listini prezzi abbiamo trovato che la più costosa dovrebbe essere la Trek "Boone 9 disk" (4.299 €, 1949 € solo per il telaio, 8,4 kg di peso). Quelle più a buon mercato costano attorno ai 1800 / 2000 €.
I prossimi anni sapranno dirci se si tratta solo di una moda - l´ennesima importata dal mondo anglosassone - oppure se sono il segno di una sana "riscoperta" del passato e di un rinnovato interesse per le strade bianche e il cicloturismo non legato a prestazioni sportive tipiche dei cicloamatori.
Un´ultima notazione è d´obbligo. Abbiamo detto all´inizio che queste biciclette nascono dalla necessità dei ciclisti USA di poter effettuare uscite su strade secondarie che l´amministrazione pubblica non asfalta e lascia, di fatto, a se stesse. Si tratta di un fenomeno che purtroppo stiamo vivendo anche dalle nostre parti. Ci sono strade bellissime (ne citeremo due per tutte, quella tutta dentro il bosco fra Gabbro e Castelnuovo della Misericordia e quella che porta dalla Pieve di Santa Luce ad Orciano, uno scandalo) sulle quali non viene fatta da anni alcuna manutenzione. Stanno diventando pericolose per le nostre ruotine da bici da corsa ... Vuoi vedere che ci toccherà anche a noi "buttarci" sulle gravel ...
L´idea è stata quella di realizzare biciclette resistenti ma relativamente leggere, capaci di buone performance anche sull´asfalto, magari dotate di attacchi dove poter mettere parafanghi e porta pacchi in modo da essere utilizzate anche dai cicloturisti in cerca di avventura.
Però il vero segreto di queste biciclette sono le gomme. Le gravel possono "ospitare" gomme da 29" fino a 44" che garantiscono una certa stabilità e sicurezza di guida anche su strade piuttosto dissestate.
Non sono bici da cross a cui è stato cambiato nome (anche se gli somigliano molto) ma biciclette che si rifanno ai modelli utilizzati negli anni del ciclismo romantico (dagli anni ´30 agli anni ´50 del secolo scorso): disegnate per affrontare lunghe distanze con interasse (cioè la distanza tra l´asse della ruota anteriore e l´asse della ruota posteriore) lungo, baricentro basso e posizione di guida rialzata, tubo di sterzo più lungo e angoli più aperti. Il passaggio dei cavi è interno, in modo da essere quanto più possibile al riparo da sporco e fango, mentre il manubrio consente una posizione più rilassata e un miglior controllo della bicicletta sui terreni non asfaltati. I freni sono generalmente a disco in modo da permettere una frenata ottimale in tutte le condizioni meteo. I pedali sono quelli delle MTB mentre i movimenti centrali sono in grado di montare quelli della MTB.
Queste biciclette, teoricamente, sono indirizzate ai granfondisti che vogliono stare per molto tempo in bicicletta e ai cicloviaggiatori. Non ci paiono molto adatte, invece, ai ciclisti urbani, se non altro per il loro prezzo veramente esagerato per chi voglia farne un uso cittadino.
L´impressione, guardando le foto dei modelli in commercio, è che si tratti di biciclette che comunque privilegiano l´aspetto sportivo quasi si indirizzassero agli stradisti che intendano fare un´uscita in bici da corsa con in più qualche sterrato o ai biker che vogliano fare una uscita in MTB con qualche tratto di asfalto in più.
Questa sensazione è confermata dal fatto che molti le consigliano come "muletto" da utilizzare nel periodo invernale al posto della "specialissima".
Nate in America, sono state alcune piccole marche statunitensi ad aver sviluppato per prime queste biciclette (Niner, All-City, Salsa) ma oggi modelli gravel sono costruiti anche da quasi tutte le grandi marche di biciclette. Hanno cominciato le americane Specialized e Trek che non si sono perse la possibilità di inserirsi in questa fetta di mercato in espansione, ma poi le hanno seguite tutte le altre: 3T, Cannondale, Bianchi, Wilier, Canyon, Lapierre, Cinelli, Scott, Ridley, Ritchey, ecc. Mentre le prime erano in acciaio, oggi vengono fabbricate anche in alluminio e carbonio (non abbiamo notizia di gravel in titanio ... strano)
Il loro prezzo varia, naturalmente, a seconda dei componenti: c´è chi le monta anche col cambio elettronico (?!?). Da una rapida consultazione dei listini prezzi abbiamo trovato che la più costosa dovrebbe essere la Trek "Boone 9 disk" (4.299 €, 1949 € solo per il telaio, 8,4 kg di peso). Quelle più a buon mercato costano attorno ai 1800 / 2000 €.
I prossimi anni sapranno dirci se si tratta solo di una moda - l´ennesima importata dal mondo anglosassone - oppure se sono il segno di una sana "riscoperta" del passato e di un rinnovato interesse per le strade bianche e il cicloturismo non legato a prestazioni sportive tipiche dei cicloamatori.
Un´ultima notazione è d´obbligo. Abbiamo detto all´inizio che queste biciclette nascono dalla necessità dei ciclisti USA di poter effettuare uscite su strade secondarie che l´amministrazione pubblica non asfalta e lascia, di fatto, a se stesse. Si tratta di un fenomeno che purtroppo stiamo vivendo anche dalle nostre parti. Ci sono strade bellissime (ne citeremo due per tutte, quella tutta dentro il bosco fra Gabbro e Castelnuovo della Misericordia e quella che porta dalla Pieve di Santa Luce ad Orciano, uno scandalo) sulle quali non viene fatta da anni alcuna manutenzione. Stanno diventando pericolose per le nostre ruotine da bici da corsa ... Vuoi vedere che ci toccherà anche a noi "buttarci" sulle gravel ...
Note